Fu descritta per la prima volta nel 1980, ma solo di recente è rientrata nell’interesse scientifico. Si tratta dell’Intolleranza al glutine-non celiaca (SGNC) e proprio lo scorso settembre, sulla rivista “Nutrients”, ne sono state pubblicate le ultime linee guida. Cerchiamo di capirne qualcosa in più.
Di cosa si tratta?
La SGNC è un disturbo abbastanza diffuso. Colpisce in prevalenza gli individui di mezza età (tra i 25 e i 45 anni) ed in particolar modo le donne. E’ caratterizzata da sintomi intestinali ed extra-intestinali che insorgono in seguito all’ingestione di alimenti contenenti glutine.
Quali sono i sintomi?
La sintomatologia della SGNC è molto simile a quella del morbo celiaco e, a tratti, si confonde con la sindrome del colon irritabile. I sintomi più frequenti sono:
• gonfiore,
• dolore addominale simile a quello provocato dalla sindrome del colon irritabile,
• dolori articolari,
• depressione, annebbiamento mentale, emicrania,
• stanchezza e forte sonnolenza, difficoltà di concentrazione,
• formicolio alle estremità,
• diarrea, o stipsi, od alvo alterno,
• rash cutanei tipo eczema,
• anemia.
Come si esegue la diagnosi?
La diagnosi dell’intolleranza al glutine-non celiaca si basa essenzialmente sull’anamnesi dei sintomi più ricorrenti. Una volta raccolti questi dati, si prosegue con gli accertamenti atti ad escludere un’ eventuale allergia al grano o la celiachia vera e propria,quindi si esegue la ricerca di marcatori sierologici IgA e IgE seguita dall’ analisi bioptica della mucosa intestinale.
Una volta scongiurata la probabilità di celiachia o allergia al grano, si verifica la sensibilità al glutine somministrando una dieta aglutinata. Se con la dieta si ha la remissione dei sintomi, che però ricompaiono quando il glutine viene reintrodotto, si può parlare di intolleranza al glutine non celiaca.
Come viene trattata?
Un dieta senza glutine è sicuramente risolutiva per una rapida eliminazione dei sintomi. Tuttavia i maggiori esperti concordano nel proporre un’ esclusione parziale degli alimenti contenenti glutine, a seconda della gravità dei sintomi. Quindi, anche in questo caso, una “dieta fai da te” è da sconsigliare.
4 comments
Dalila says:
ott 30, 2013
Articolo molto interessante!
Esiste una relazione tra il consumo esclusivo di pane bianco e l’insorgenza di questa intolleranza?
vicanutrizione says:
ott 30, 2013
Grazie! Molti articoli parlano di una probabile relazione tra il consumo di pane bianco industriale e l’insorgenza di questo disturbo.
Il motivo risiede nella coltivazione intensa di grano tramite l’utilizzo di agenti chimici che potrebbero indurre intolleranza.
Dalila says:
ott 30, 2013
Quindi è consigliabile evitarlo?
vicanutrizione says:
ott 30, 2013
E’ consigliabile non esagerare con il consumo di prodotti confezionati in generale. Una tantum può anche andare bene, ma non deve rientrare nelle nostre abitudine quotidiane! Abbiamo dell’ottimo pane fresco disponibile tutti i giorni e quasi a tutte le ore, perchè accontentarsi di un prodotto confezionato?