Quante volte vi sarà capitato di sbraitare contro vostro figlio per quel fastidiosissimo alone nero sul collo? E quanto sapone avete consumato per strofinare nella vana speranza di far riemergere il colorito naturale? Molte mamma avranno anche pensato ad una visita dermatologica specialistica, ma creme e cremine non hanno dato alcun giovamento. Il motivo potrebbe essere ben più grave di quanto pensiamo.
L’ Acanthosis nigricans, ovvero l’iperpigmentazione e ipercheratosi che compare soprattutto a livello delle pieghe cutanee (collo, ascelle, inguine), può rappresentare un vero e proprio campanello di allarme per la salute dei vostri figli.
L’eziologia può essere varia ( farmaci, malattie endocrine, neoplasie), ma degna di nota è la manifestazione di Acanthosis nigricans in associazione a condizioni di obesità, che può indicare un aumentato rischio per il bambino di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 .

L’obesità infatti, di per sè è caratterizzata da un
eccesso di insulina nel sangue, che è proprio la
principale causa dell’acanthosis nigricans.
A basse concentrazioni, l’insulina regola il metabolismo glucidico, lipidico e proteico e promuove la crescita legandosi ai “classici” recettori dell’insulina.
Ad alte concentrazioni, invece, l’insulina può legare recettori di fattori di crescita insulino simile (IGF1-R).
Tale legame comporta la stimolazione della proliferazione di cheratinociti e fibroblasti e dunque la comparsa di tale manifestazione cutanea.
E’ dunque bene agire tempestivamente:
Modificare lo stile di vita con una dieta equilibrata, che contribuisca a ridurre il peso corporeo e a riequilibrare i livelli sierici di insulina, associata ad un attività fisica giornaliera, può spesso preservare il bambino dal rischio di diabete oltre che a migliorare questa fastidiosa problematica cutanea.
Fonti:
-Association of acanthosis nigricans and skin tags with insulin resistance . Barbato, Criado et al, An Bras Dermatol. 2012 Jan-Feb;87(1):97-104.
- An approach to acanthosis nigricans- Phiske MM - Indian Dermatol Online J. 2014 Jul;5(3):239-49. doi: 10.4103/2229-5178.137765.