La Sindrome dell’Ovaio Policistico (PCOS) è una patologia endocrina molto diffusa tra le giovani donne e spesso è causa di ridotta fertilità.

 

L’eziopatogenesi di questo disturbo è molto difficile da definire in quanto sono coinvolti diversi fattori: dallo stile di vita poco sano, a fattori genetici come la predisposizione ad un accumulo di grasso nella parte alta del tronco, definita di tipo androide ( o meglio nota come ” a mela”).

 

Uno squilibrio ormonale che provoca un eccesso di ormoni maschili è alla base di alcuni segni caratteristici  della patologia quali acne, irsutismo e iperandrogenismo che si traducono in un’alterata o mancata maturazione dei follicoli ovarici, di fatto si ha assenza di ovulazione ed amenorrea che sono la causa principale dell’infertilità legata alla PCOS.

 

Molto frequente nella PCOS è anche una condizione di insulino-resistenza intrinseca spesso associata a sovrappeso ed obesità. Ed è a tale proposito che l’alimentazione gioca un ruolo chiave nella gestione delle pazienti. Diversi studi hanno infatti dimostrato che, la perdita di soltanto il 5% del peso corporeo, associato con un’alimentazione a basso indice glicemico ed insulinemico, è in grado di favorire un miglior funzionamento dell’ovaio con cicli più regolari ed un aumento della fertilità femminile.

 

Quale alimentazione consigliare quindi a chi soffre della Sindrome dell’ovaio policistico? Vediamola nel dettaglio.

 

Prima regola fondamentale è quindi impostare una dieta a indice glicemico controllato (intendiamo come indice glicemico la velocità con la quale la glicemia si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento).

 

Per fare ciò è necessario seguire alcune semplici regole:

Ridurre gli zuccheri semplici introdotti con la dieta. Limitare il consumo di dolci, caramelle, cioccolato, merendine, bevande zuccherate etc etc. Sarebbe giusto assumere zuccheri più semplici attraverso la frutta di stagione, meglio se consumata a fine pasto. La frutta contiene un discreto quantitativo di fibre, se al negozio di fiducia siete sicuri di trovare prodotti bio, sarebbe utile consumarla con la buccia.

 

Aumentare il consumo di fibre. Via libera a verdura e ortaggi di ogni tipo (escluse le patate) cereali integrali e poco raffinati come pane integrale, di segale, di crusca, riso integrale, orzo, farro ed altri cereali. Se si consuma la pasta preferirla cotta al dente, l’amido risulterà meno digeribile e si comporterà un po’ come una fibra. Le fibre sono un alleato indispensabile, se assunti regolarmente ad ogni pasto riducono l’indice glicemico.

 

Ridurre il consumo di grassi saturi. Chi soffre di PCOS spesso ha la tendenza ad avere trigliceridi e colesterolo in eccesso nel sangue. La dieta dovrebbe quindi prediligere l’utilizzo di grassi “buoni” come quelli presente nell’olio extravergine di oliva, nel pesce e nella frutta a guscio.

 

Non saltare mai i pasti. Per mantenere una buona omeostasi glucidica è opportuno fare pasti non troppo abbondanti
ma frequenti. L’ideale sarebbe dividere il carico calorico giornaliero in colazione, due pasti principali e due spuntini spezza-fame.

 

Avere premura di bilanciare i pasti in maniera adeguata. Per mantenere costante l’indice glicemico è opportuno che il pasto sia composto da una giusta quantità di carboidrati, proteine e grassi.

 

Le proteine assunte con la dieta devono essere in buona parte di origine vegetale. E’ importante quindi consumare spesso legumi, e meno spesso carne e latticini. Quest’ultimi hanno inoltre la tendenza a richiedere una forte produzione di insulina da parte del pancreas, e per tale ragione andrebbero mangiati solo in maniera saltuaria.

 

Non possiamo terminare i consigli per le pazienti affette da PCOS senza parlare di alcune fondamentali regole comportamentali. Indispensabile per regolare la produzione di insulina e tenere bassi i picchi glicemici, è l’attività fisica, che in questo caso deve essere moderata, ma frequente e continua. Uno stile di vita meno sedentario è la chiave di volta per ottenere risultati efficaci e duraturi.

 

 

 

 

 

Avvertenze

 

I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non devono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del nutrizionista, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.