Il freddo pungente e il grigiore del cielo annunciano l’autunno ormai inoltrato. E anche i nostri capelli se ne sono accorti, dispersi qua e là per casa. ”E’ normale, è il periodo delle castagne”. Così ci tranquillizzavano le nostre nonne.

Ebbene sì.  E’ proprio la castagna il simbolo emblema di questa stagione.

Le sue mille sfumature dal marrone al giallo che richiamano il folto manto di foglie secche nei lunghi viali alberati, e quel suo sapore delicato che sembra avvolgerci in un caldo abbraccio nei pomeriggi più freddi…

Ma mettiamo da parte tutto questo (insano) romanticismo e parliamo delle proprietà nutrizionali di questo splendido frutto. Si, ho detto frutto, ma ATTENZIONE, non è la stessa cosa di una mela!

Molti non sanno che la Castanea vulgaris è un frutto altamente calorico.

100g di castagne bollite = 120kcal

100g di castagne arrostite = 193kcal

100g di castagne secche= 287kcal

 

Plinio, Virgilio, e Teofrasto sono solo alcuni degli autori che elogiavano nelle loro opere una delle specie forestali più antiche, il castagno o albero della vita. Ribattezzata anche come “pane dei poveri”, la castagna è stata la principale fonte di sostentamento di molte popolazioni rurali nei periodi invernali e di carestia.

Essa, infatti, è un cibo dalle notevoli qualità nutrizionali, con un’elevata quantità di carboidrati complessi  e una discreta percentuale di proteine, grassi, sali minerali (in particolare fosforo, magnesio, potassio) e vitamine (soprattutto del gruppo B).

Durante la cottura l’amido delle castagne viene trasformato in zuccheri semplici, donandole dunque la loro tipica dolcezza.  Esse vengono impiegate inoltre per la produzione di farina di castagne, utilizzata anche da celiaci in quanto non rappresenta fonte di glutine. Nonostante la loro alta digeribilità, possono spesso dar luogo a problemi di gonfiore.

Dunque, visto il loro elevato contenuto di carboidrati, le castagne andrebbero consumate in alternativa ad altri più pregiati cereali. La malsana abitudine di mangiarle alla fine di un pasto domenicale o come spuntino nei freddi pomeriggi autunnali, determina un apporto calorico accessorio da non sottovalutare.

Purtroppo quella del 2012 non è stata un’ottima annata per le castagne.

Complice della siccità estiva e dell’aumento delle temperature medie, l’ormai temuta contaminazione da parte del parassita asiatico cinipide galligeno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu sta mettendo in serio allarme i coltivatori.

Questa piccola vespa cinese è uno degli insetti più dannosi per il castagno che provoca oltre ad un calo della produzione, un forte deperimento della pianta stessa.

Secondo la Coldiretti, il crollo della produzione complessiva si aggira anche intorno al 70% sulla produzione media delle singole varietà, ed interessa anche la Campania (principale regione castanicola, con circa il 50% della produzione nazionale)

Un problema di rilevante importanza per l’economia del paese. Con il calo della produzione, ecco infatti aumentare i prezzi fino alle stelle.  La solita ironia della sorte… Il pane dei poveri che diventa cibo per ricchi.

Ma una soluzione c’è: potremmo infatti approfittarne per ritrovare il romanticismo (di cui sopra) nel raccogliere castagne passeggiando per boschi, all’ombra di uno splendido cielo autunnale.

 

Fonti:

-Dati INRAN sulla composizione degli alimenti

- Il castagno (agricoltura regione campania)

- Coldiretti emergenza cinipide