Ricordi d’infanzia mi portano a guardare alla “tazza di tè” come una sorta di panacea per tutti i mali. “Hai mal di gola?”, la mamma prontamente preparava una tazza di tè caldo con un “bel” cucchiaino di miele per alleviare la sintomatologia del più comune male di stagione, o ancora “Hai mal di pancia a causa di un’indigestione?”, cosa c’è di più salutare di una tazza di tè con due gocce di limone per avere un immediato effetto astringente.

Oggi il tè bianco, nero, verde e di molte altre qualità sembra aver accresciuto le sue doti e capacità curative. E’ presente in un’infinità di prodotti cosmetici ed integratori alimentari che ne esaltano le straordinarie qualità antiossidanti.

Ora, oltre ad avere una scorta completa di tutti i tipi di tè nella dispensa di casa, mi sono chiesta se tutte queste qualità antiossidanti del te fossero vere, o si trattava della solita moda alimentare.

 

Ho fatto banalmente una ricerca su un comune motore di ricerca per materiale scientifico, e gli articoli riguardanti le proprietà antiossidanti del te superavano le 40000 voci. La maggior parte erano articoli su esperimenti in vitro o su cavie animali, altri, che riguardavano l’uomo, portavano risultati discordanti.

Mi sono soffermata su un articolo in particolare, abbastanza recente, e che, secondo me, riassumeva meglio la disputa a riguardo. Si tratta di un articolo pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition dal Dott. Tomata (Tohoku University Graduate School of Medicine di Sendai, Giappone). In questo studio giapponese sono stati valutati gli effetti del tè verde ( che per le sue modalità di produzione, senza tostatura delle foglie, mantiene inalterate le molecole antiossidanti – EGCG- ) sullo sviluppo delle disabilità funzionali in un gruppo di 14000 adulti di età superiore a 65 anni. Le disabilità funzionali sono tutti quei problemi, legati alle comuni attività quotidiane, che insorgono con la vecchiaia a causa dei danni ai tessuti provocati dai radicali liberi ( difficoltà nei semplici movimenti, perdita di agilità ..etc..).

 

Questi ricercatori hanno riscontrato che si può avere un miglioramento nella prevenzione di questi disturbi legati all’ invecchiamento consumando una dose massiccia, di almeno 6 tazze di infuso di tè verde, ogni giorno. Questa dose sembrerebbe in grado di ritardare i danni dell’ inevitabile invecchiamento cellulare.

In definita sono giunta alla conclusione che il tè, quello verde in particolare, ha senza dubbio un’attività antiossidante, tuttavia questo effetto benefico dipende dalla concentrazione delle molecole antiossidanti nell’infuso, dalla quantità e dalla frequenza con la quale lo consumiamo.
Quindi, non possiamo considerare una semplice tazza di tè come elisir di lunga vita!

Tuttavia, secondo il mio modesto parere, può essere comunque considerata una buona abitudine, e non solo per l’attività antiossidante (che resta incognita se osserviamo gli infusi di tè, che spesso compriamo in bustine dal dubbio contenuto), ma anche perché è un valido sostituto del caffè, se non zuccherato può considerarsi praticamente acalorico e può, soprattutto, aiutare a introdurre una maggiore quantità di liquidi, che, se proprio non abbiamo fatto il pieno dei tanto millantati antiossidanti, ci aiuta comunque a sentirci meglio!

 

Non v’è problema così grande o grave che non possa essere diminuito da una buona tazza di tè.  cit. Bernard-Paul Heroux