Alzi la mano chi, mettendosi a dieta, non ha mai deciso di eliminare pane e pasta a cena.

Aggiornamenti recenti dal mondo scientifico, fanno luce su una credenza vecchia come il mondo e quanto mai errata.
E’ stato pubblicato, qualche mese fa sulla rivista Obesity, lo studio del prof Sofer che approfondisce l’importanza di un pasto a base di carboidrati a cena come strategia di prevenzione di malattie legate all’obesità e come tecnica per una efficace e duratura perdita di peso.

Una dieta ipocalorica e bilanciata con la corretta suddivisione dei nutrienti nei pasti (tre principali e due spuntini) si rivela la strategia migliore per regolare i valori nel sangue di alcuni importanti ormoni che sono in grado, tra l’altro di agire sul nostro comportamento alimentare, in quanto implicati nella sensazione di fame e sazietà.

Già nel 1982 gli studiosi Jenkis e Wolever nel loro studio “The second meal effect” avevano riportato come il consumo di carboidrati a lento utilizzo (nella fattispecie pane e pasta, meglio se fatti con farine non raffinate) permettessero di controllare la risposta glicemica sui pasti successivi, ovvero facessero sopraggiungere in maniera più lenta e graduale la sensazione di fame.

Oggi Sofer, prendendo spunto dall’osservazione delle abitudini alimentari della popolazione musulmana durante il Ramadan (un unico pasto solo dopo il calar dellla luce), ha ricavato che la presenza di carboidrati complessi a cena possa essere importante per il controllo delle concentrazioni degli ormoni implicati nei meccanismi di fame e sazietà anche durante il giorno, dando una mano importante nella gestione del peso e nella prevenzione delle patologie correlate all’obesità.

Quindi, come più volte ribadito, solo una sana e consapevole moderazione, senza passare per incauti eccessi, risulta essere la chiave di accesso ad una corretta alimentazione.